Al racconto della Dancalia non può mancare quella che è la parte forse più famosa di questo luogo, la parte più bassa della depressione, la più inospitale, la iù calda e soffocante, ma anche quella che sembra non far parte di questa terra: Dallol.
A Dallol si lascia questo pianeta e si atterra su Marte.
Trattandosi del luogo più inospitale che avremmo visitato, gli avvisi si erano moltiplicati: coprite la testa, bagnatela, portate acqua, usate crema protettiva, camminate leggeri. Tutto assolutamente necessario. Io non soffro il caldo, non l’ho mai sofferto, ma lì sentivo la pelle friggere e al ritorno dopo circa mezzora di cammino le Jeep a venti metri da me sembravano irraggiungibili come un miraggio. A dicembre deve fare un effetto ben diverso, ne sono sicura, ma ad agosto l’unica cosa che agognavo era una bottiglia d’acqua in più e l’aria fresca della Jeep.
Bene… Dallol è una zona sulfurea, cosparsa di Geyser e fumarole, piena di minerali. Non è mai uguale a sè stessa, perchè le rocce si formano progressivamente con i geyser, gli sbuffi di vapore, i sali che si depositano. I colori sono il frutto di sostanze chimiche diverse mischiate al sale che è ovunque nella zona. Le emissioni dei geyser e delle fumarole sono tossiche e mortali per piccoli animali. Qua e là si trovano vasche di acque acide, anch’esse mortali per gli animali che dovessero finirci.
Il sale, la continua attività dei geyser e delle fumarole, la presenza di motli minerali e gas, creano formazioni uniche al mondo: camini delle fate, concrezioni a forma di terrazze, formazioni cristalline spesso delicate e friabili.
Dopo solo 15 minuti di cammino in questo luogo incredibile, la mia scorta di 2 litri d’acqua era finita, la sciarpa bagnata che avevo avvolto sulla testa era completamente asciutta e il peso della macchina fotografica con l’obiettivo era diventato un macigno. Non vi dico la gioia nello scoprire che la Jeep di un gruppo che ci aveva raggiunto poco dopo aveva con sè un frigorifero!
Alcune note per chi fosse interessato al viaggio. La Dancalia si raggiunge da Makalle con Jeep rigorosamente attrezzate di aria condizionata. Noi ci siamo rivolti a ETT Travel (l’agenzia per le prenotazioni e il punto di ritrovo è vicino all’Hotel Milano). Ci sono molte altre agenzie che organizzano questa escursione, ma noi ci siamo trovati bene. Le guide erano preparate, l’acqua, abbondante, non ci è mai mancata, il personale non ha mai lasciato solo nessuno, neppure quando sulla salita dell’Erta Ale un’americana, che aveva mangiato troppo, non era più riuscita a proseguire, le Jeep erano buone e hanno affrontato tutto senza problemi. Note dolenti di poco conto: i materassi… diciamo che erano un po’… usurati. Il cibo era sempre uguale per 4 giorni. Al villaggio Afar non c’era un filo di ombra neppure a pagarla. Bisogna fare attenzione al prezzo: fanno prezzi diversi senza un vero criterio (o almeno, io non l’ho capito) quindi bisogna contrattare a sangue per spuntare quello più basso. Ultima nota: quando vi diranno che “stasera dormirete alla guesthouse” non aspettatevi un letto!
